Nell'attesa di un autunno...
Quando arriva il freddo, voglio essere preparato... Vorrò indossare le mie maglie dalle lunghe maniche e i miei cappotti che mi fanno uomo... Vorrò bere cioccolata calda e raddoppiare il numero di caffè... Vorrò fare colazione a letto e la doccia prima di andare a dormire, a notte fonda... Vorrò rinchiudermi in casa ed aspettare che piova e quando piove, uscire... E poi rientrare, spalancare le finestre e subire l'odore del cielo che lacrima sull'asfalto... Vorrò godermi la mia nuova casa... Vorrò alzarmi presto la mattina e andare tardi a letto... Vorrò dimenticare ogni domenica ed accorciare le distanze con chi amo davvero... Vorrò leggere più del solito e scrivere ancora meglio... Vorrò credere che alla fine dell'autunno, a seguito dell'inverno, io sarò una persona nuova, totalmente diversa... meno incosciente, più meditata... E capace di non vivere nei ricordi ma di renderli vivi in ogni istante, quando ne avrò bisogno, nel buio delle notti...
E senza contare la partenza del buon vecchio pal, nell'attesa di un autunno che tarda ad arrivare e questo fa più male, tratterrò le lacrime dell'ennesimo distacco, l'ultimo, la partenza principe, quella che sigillerà definitivamente la fine di questa lunga, troppo lunga estate... E sarò di nuovo solo, con i miei "ma perchè", i "non ce la farò mai" e svariati "questa volta sarà diverso, andrà meglio, andrà meglio"...
Ma quando andrà meglio? urla il mio cuore... e a stento, trattiene la rabbia... la furia... che chi ha memoria, capirà di quale furia vaneggio... e allora si arrenderà e verrà a dirmi "non c'è rimedio a questo dolore che neanche ti appartiene... ti tocca solo... vivere!"